L’imbarcazione della Freedom Flotilla Coalition colpita dal drone NON è in ‘zona di guerra’, con buona pace dei molti che digitano il contrario, ma in acque tunisine.
Acque che vengono percorse ogni giorno da decine e decine di altri natanti e imbarcazioni, civili però lo più, che però non si beccano dei droni sulla testa.
Acque che può percorrere chiunque abbia un natante in regola e la patente nautica idonea, delimitate dall’accordo del 1971 tra il governo della Repubblica di Tunisia e il governo della Repubblica italiana.
L’imbarcazione era tra l’altro ormeggiata, in rada, di fronte a un piccolo porticciolo turistico, ancorata e immobile. La pericolosità dell’attacco è evidente vista anche la presenza di altre barche a poche miglia dal luogo di ancoraggio.
L’attacco col drone (che ha sganciato una bomba) è un attacco criminale, illegale e che avrebbe potuto comportare la morte dell’equipaggio.
A fronte di questo gesto intimidatorio la Flottilla ha immediatamente risposto dichiarando di non volersi fermare. Per dimostrarle la nostra solidarietà, ma soprattutto per farci trovare pronti all'azione nei giorni a venire quando ci sará un alto rischio di escalation, lanciamo un presidio/assemblea in Piazza Statuto per venerdì 12 settembre alle 18:30. L'iniziativa è spontanea e tutte le persone e realtà sensibili sono invitate ad aderire e divulgarla.