CESSATE IL FUOCO ! Fermiamo l'escalation militare - Presidio ad Asti

CESSATE IL FUOCO ! Fermiamo l'escalation militare - Presidio ad Asti

A SINISTRA APS 18-05-2024

Presidio sotto la Prefettura contro l’escalation militare e per il cessate il fuoco.
Gli astigiani sono invitati a partecipare alle ore 11 al sit in promosso da numerose associazioni locali.

Sabato 18 maggio, alle ore 11, si svolgerà un nuovo presidio per la pace, per fermare l’escalation militare, per il cessate il fuoco e per il rispetto dell’articolo 11 della Costituzione. Un appuntamento promosso dall’associazione A Sinistra – Casa del Popolo, Cgil Asti, Arci Asti Langhe Roero e Monferrato, Anni, Rete Welcoming Asti, Noix De Iola, Acli, Lagambiente e Asti Lab. L’appuntamento sarà sotto la Prefettura di Asti, in piazza Alfieri.

«Il rischio di una guerra generalizzata nel mondo è sempre più forte – ricordano gli organizzatori – In Medio Oriente, in Ucraina, in Sudan e in altre aree del mondo proseguono e si allargano la carneficina e la corsa al riarmo, che di giorno in giorno viene presentato come inevitabile. In Palestina, dopo più di 35.000 morti civili, Israele pensa di entrare a Rafah dove i valichi sono già stati bombardati e poi occupati dai militari israeliani. Occorre un’urgente presa di posizione. L’annunciato intervento di terra provocherebbe un’ulteriore carneficina di civili e comporterebbe una intollerabile violazione del diritto umanitario, come ha sostenuto fra gli altri il Segretario Generale dell’Onu Guterres. La guerra in Ucraina sta vivendo un escalation senza precedenti: lo stato maggiore Russo e lo stesso Putin sventolano l’utilizzo della bomba atomica. Dall’altra parte, vedi Macron, si ipotizza ormai l’invio di truppe Nato da schierare al fronte contro i soldati russi. L’escalation, di giorno in giorno, non solo viene presentata come inarrestabile ed inevitabile, ma anche come necessaria».

«Ci pare necessario, dunque, – sottolineano gli organizzatori – dare un chiaro e immediato segnale, per richiedere l’immediato cessate il fuoco, la liberazione di tutti gli ostaggi e i prigionieri, la fine della corsa al riarmo e l’apertura di tavoli negoziali per risolvere i conflitti internazionali, così come previsto dalla nostra Costituzione all’articolo 11. Benessere e prosperità di un paese non si costruiscono con le bombe, con la morte e con la devastazione ambientale degli Stati avversari, ma con il lavoro, i diritti, la cooperazione e la solidarietà sociale»

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